Ideologia e strumenti
del trattamento psichiatrico in concreto
Ricostruzione critica a partire
dalla esperienza
di Giorgio Antonucci e Alessio Coppola
I - L'INTERVENTO AUTORITARIO
Innanzitutto bisogna dire che non vi sarebbe la psichiatria con tutti
quelli che sono
gli strumenti con essa collegati se alla sua base non vi fosse
L'INTERVENTO AUTORITARIO
. Finché si resta all'interno di una libera discussione tra diversi
punti di vista
e comportamenti si resta all'interno di un incontro tra persone che si
cercano liberamente
per aiutarsi a capire nei propri problemi. Si possono avere discussioni
anche vivaci, ci si può scontrare lì per lì anche con
forza. Fin qui non c'è psichiatria né
mai ci sarebbe.
LA PSICHIATRIA INIZIA IL SUO TRATTAMENTO QUANDO QUALCUNO PENSA CHE
TI DEVE PRENDERE
CON LA FORZA PER CAMBIARE LE TUE IDEE
.
Infatti si può essere certi che la psichiatria non sarebbe sorta e
sviluppata se non
fosse esistito l'istituto del ricovero obbligatorio. Se si toglie questo,
la psichiatria
viene messa in crisi alla radice. Un esempio. Poniamo il caso che a te
piacciano
le ragazzine di 14 anni. E probabile allora che tu cerchi di avere rapporti
sessuali
con loro. Se lo psichiatra pensa che questo sia un comportamento
antisociale, perché
si tratta di minorenni, stabilisce che il tuo interesse per le ragazze di
14 anni
è "morboso". Interesse morboso
vuol dire che già ha dato di te una diagnosi di malattia mentale.
Questa diagnosi
diventa assolutamente necessaria per lo psichiatra e per la società
che richiede
il suo intervento. Ed infatti, come farebbe senza questa diagnosi, ad
impedirti di
frequentare le ragazze di 14 anni? Ti deve togliere dalla
"circolazione"! Ecco, allora, ti
fa un bel ricovero obbligatorio. Ecco il medico del territorio che
conferma. Il sindaco
fa il certificato. Ora ti prendono con la forza e ti portano al Centro di
Diagnosi
e Cura. Tu non ci vuoi andare. Quando arrivano, qualcosa devono fare. Ecco,
chiamano
le guardie municipali. Sono almeno in quattro: due infermieri e due guardie
municipali.
In quattro TI PRENDONO CON LA FORZA E TI PORTANO DENTRO
. Tu ora stai lì e non hai alcuna intenzione di rinunciare subito
alla tua idea. La
porta è aperta? No, la porta è chiusa. Se l'avessero lasciata
aperta te ne saresti
già scappato. Tu, con quella idea, non potrai andar via per quella
porta. Ecco, pian
piano si sta costruendo il manicomio...
Come sei chiuso là dentro, se sei una persona energica e forte,
cominci a spaccare
tutto quello che c'è nella stanza. Dici: ma io voglio andar fuori,
perché mai non
devo avere l'idea di poter andare con le ragazze di 14 anni? Spacchi tutto.
E loro,
loro che fanno? TI LEGANO AL LETTO!
Ti hanno legato, stai stretto, ma pure così tu fai casino, e ti
metti ad urlare,
e, se sei uno forte, può darsi pure che ti svincoli, che ti sciogli
dal letto.
A QUESTO PUNTO TI FANNO LA PUNTURA!
Ti fanno un bel punturone. Tu chiedi: ma cos'è, non voglio. Loro ti
dicono, se ti
dicono qualcosa, che in questo modo tu ti "rilassi". Dormi. Dormi
molto. Quando ti
svegli ti senti la lingua gonfia e meno forza in tutto il corpo. Allora
loro si rifanno
vivi: "Allora, che ne dici delle ragazze di 14 anni?". E tu, pur
con la lingua tutta
attaccata, gli fai: "Beh, sono molto attraenti". Loro pensano:
E PIU' RILASSATO, MA NON E GUARITO! QUINDI? QUINDI ALTRA
PUNTURA
. Questo si ripete fino a che tu non ricordi più che esistono le
ragazze di 14 anni.
Almeno momentaneamente. Oppure tu cominci a pensare molto con te stesso e
dici a
te stesso: Oh! qui se io continuo a dire che mi piacciono le raga... questi
mi massacrano. Allora gli fai: "No, a me le ragazze di 14 anni non mi
interessano più. Trovo del
tutto sbagliato e fuori luogo UN INTERESSE SESSUALE NEI LORO
CONFRONTI". PRATICAMENTE, RITRATTI.
ALLORA TI DIMETTONO, TI MANDANO FINALMENTE A CASA. CON LA CURA: UNA
PUNTURA AL MESE
OPPURE UNA SERIE DI PUNTURE A ONDATE SUCCESSIVE.
ECCO COME NASCE IL MANICOMIO ED IL SUO PROLUNGAMENTO DOMESTICO.
ESSO NON E UNA COSA
CASUALE; IN UNA CERTA LOGICA ESSO E NECESSARIO, INDISPENSABILE. CHI
PRETENDE DI CONTROLLARE
CON CERTEZZA IDEE E COMPORTAMENTI HA BISOGNO DEI MANICOMI E DELLE CURE
PSICHIATRICHE. L'ALTERNATIVA E QUELLA DI ELIMINARE FISICAMENTE I SOGGETTI
SGRADITI, MA QUESTO
NEPPURE A HITLER ERA SEMPRE POSSIBILE.
II - LA CAMICIA DI FORZA STA DENTRO LA SIRINGA
AD UN CERTO PUNTO, SI DICEVA, TI FANNO UN BEL PUNTURONE. MA
COS'É LA SOSTANZA CHE
VIENE INIETTATA? DI PSICOFARMACI SI SENTE PARLARE MOLTO, MA L'INFORMAZIONE
AL RIGUARDO
E MOLTO SUPERFICIALE. ESSENDO TRA L'ALTRO UNO DEI PIU' GROSSI AFFARI
DELL'INDUSTRIA
FARMACEUTICA MODERNA E CRESCENDO DI GIORNO IN GIORNO LA GENTE CHE HA
BISOGNO DI "RILASSARSI",
SAPERNE DI PIU' PROPRIO DA CHI LI VENDE NON E POSSIBILE.
SECONDO L'ANALISI FARMACOLOGICA, LO PSICOFARMACO VIENE CLASSIFICATO
COME "NEUROLETTICO",
OPPURE "NEUROPLEGICO". SI TRATTA IN PAROLE PIU' SEMPLICI DI UN
PARALIZZANTE
delle funzioni nervose. Lo Zingarelli, questa volta, greco alla mano, non
può smentire:
"neurolettico
, farmaco capace di sopprimere particolari funzioni nervose, efficace
soprattutto
negli stati di agitazione e aggressività".
Allora, cosa succede esattamente quando ti fanno quel famoso punturone che
ti "rilassa"?
Praticamente ti iniettano sostanze chimiche che attaccano direttamente i
collegamenti
nervosi. Sono sostanze tossiche che avvelenano le cellule nervose nelle
loro congiunzioni (sinapsi). Quando ti legano al letto o ti mettono una
camicia di forza, ti
impediscono dei movimenti muscolari che tu "potresti" fare. Tu
pur così legato, ti
senti la forza nelle braccia e nelle gambe, e la tua volontà
è fortemente tesa e
contraria contro quello che ti fanno. Sei solo uno esternamente
impedito. Almeno agli inizi, se qualcuno ti scioglie dopo un po', tu
schizzi via,
come una molla prima compressa, ed esplodi con tutta la tua forza prima
contenuta.
Ovviamente l'avvelenamento del sistema nervoso è proporzionato al
dosaggio e alla
frequenza. Diversi ricoverati parlano degli effetti da loro avvertiti dopo
essere
stati sottoposti a pratiche iniettive o consumo di pillole. Le gambe ti
tremano,
la lingua è gonfia e ti si attacca, le mucose perdono colore tutti i
tessuti adiposi cominciano
a gonfiarsi. E dato che l'intossicazione è generale si possono avere
blocchi intestinali
e disfunzioni cardiache anche mortali.
Scollegando i tuoi nervi di dentro, ora ti possono anche sciogliere di
fuori. Ti tolgono
la camicia di forza. Non ti legano più al letto. Ora sei tu che non
ti TIENI
più dentro. Decidersi
è in qualche modo stringersi, concentrarsi
di dentro. Ora invece ti è difficile decidere un qualcosa, sei tu
che non ti prendi
di dentro..
Tornando al caso delle ragazzine di 14 anni, dopo un trattamento prolungato
di questo
tipo, anche se non possono essere sicuri che tu non nutra, profondamente,
alcun interesse
nei loro confronti, certamente la tua vita sessuale si appanna, la tua
voglia diminuisce sensibilmente, ma non sono gli effetti di un tuo
ripensamento, ma solo di
una neurointossicazione. A questo livello quindi, già il comune
trattamento con psicofarmaci
ottiene il suo scopo.
III - ESK e INSULINA
Non è detto però che da soli gli psicofarmaci sortiscano
tutti i loro effetti. A volte
si incontrano persone molto resistenti alle intossicazioni. Si tratta di
una resistenza
sia di tipo chimico che di tipo psicologico; prima della legge 180, ad un
carattere come questo poteva succedere di essere trattenuto in manicomio
anche per 40 anni,
per una vita. In questo modo risolvevano il problema. Ora sono obbligati a
mandarti
via. Ma tu la pensi sostanzialmente ancora come prima. Ti trascini le
parole, fai
gesti più lenti, guardi più stancamente ma esprimi la stessa
opinione di prima. Pian piano
ricordi quello che hai fatto quel che ti è successo, quello che hai
detto. Tu per
loro sei ancora quello di prima
. Non sei quindi realmente guarito. In manicomio non ti possono tenere (ma
stanno
cercando di riaprirli!) e a casa così non ti possono mandare. Allora
dicono: PROVIAMO CON L'ELETTROSHOCK!
Ma possibile, ancora oggi? Certo, ancora oggi. In tutto il mondo. Questo
strumento
classico della psichiatria è fiorente negli USA come in URSS, in
Francia come in
Germania. In Italia, per fare un esempio, molte cliniche universitarie ne
sostengono
ufficialmente la validità come conquiste irrinunciabili.
Vediamo in breve come funziona l'ESK. Consiste nel far passare correnti
elettriche
con determinata intensità attraverso la corteccia cerebrale.
Naturalmente, questo
passaggio di corrente, sconvolge, almeno momentaneamente, l'equilibrio
cerebrale.
Si perde quindi coscienza e si hanno delle convulsioni. Ci può
essere distruzione di cellule
nervose. Quando non c'è distruzione di cellule, comunque lo
sconvolgimento è molto
grave. E scientificamente accertato che il passaggio delle correnti
elettriche attraverso i centri nervosi principali, può provocare
l'arresto del cuore o della respirazione,
con conseguenze mortali.
Insomma, ogni volta i rischi sono enormi. Ci sono poi sicuri effetti
sconvolgenti:
il malcapitato perde coscienza completamente. Quando si risveglia ha come
dei difetti
di memoria. Nei primi tempi, può anche dimenticare chi è lui
stesso. Non ricorda
come mai sia lì. Chiede al padre, alla moglie, al fratello chi
è lui, e chi sono loro. A
volte, per vergogna, non chiede, sta muto. Vengono fatte strane e
raccapriccianti
prove. Gli si domanda di cose importanti della sua vita, se è
sposato, se ha figli;
lui niente. Non sa più. Gli si mette in braccio o davanti un figlio,
e lui lo tratta come
un estraneo.
Questi episodi, che proiettati in tutti i cinema - come nell'ottimo film di
Milos
Forman, Qualcuno volò sul nido del cuculo
- e alla TV farebbero rivoltare il buon senso della gente, per la
stragrande maggioranza
degli psichiatri dimostrano l'efficacia dei loro strumenti. Partendo dalla
logica
del controllo e del condizionamento dei comportamenti, c'è poco da
obiettare. C'è
poco da scherzare, come si vede, su queste cose tragiche. Non si può
però fare a meno
di riportare il giudizio che alcuni psichiatri danno della capacità
dell'ESK di "ridare
la gioia" ad uomini tristi e melanconici.
Questo è assolutamente possibile. Se infatti tu dimentichi i motivi
della tua tristezza,
sei meno triste. Eri triste e angosciato perché il ragazzo o la
ragazza ti aveva
lasciato? Ora non lo sei più. Già. Non esiste neppure
più il ragazzo o la ragazza.
Non ricordi più il suo nome. Ecco non sai neppure il tuo. E tu, tu
ci sei ancora? Guardiamo
allora da vicino cosa è questa gioia del non ricordo: è solo
perdita di vivacità,
é un vagare inebetito e stupido di un corpo svuotato.
L'impossibilità di pensare,
di concentrarsi viene presentata come una soluzione raggiunta di un grande
problema.
Quello si voleva suicidare? ecco, adesso non lo vuole più! la verità é che la volontà
é stata ridotta al minimo. Ed insieme con la volontà, anche
la necessaria forza muscolare...
IV - LA CAMICIA DI FORZA IN PILLOLE
Ormai possiamo dire che la psichiatria moderna é diventata una
raffinatissima tecnica della repressione tramite farmaci
. Da questo punto di vista siamo di fronte ad un fine capolavoro. La
domanda possibile
é: "Ma allora, a che serve togliere la camicia di forza quando
poi si continuano
ad usare simili strumenti?. "E questa sarebbe la domanda di una
persona sensibile
e progressista. Ma la domanda può anche essere: "Perché
ostinarsi tanto ad usare ancora
letti di contenzione e camice di forza, quando oggi basta qualche pillola
ed una
buona siringa?".
Come é detto più estesamente in seguito, la psichiatria
illuminata ha preso sul serio
questa seconda domanda e le ha dato una risposta. Diversi psichiatri, anche
illustri,
hanno conquistato troppo facilmente la fama di "antipsichiatri" e
di "democratici"
per il fatto di aver eliminato letti e camicie di forza. "troppo
facilmente" perché
la sostanza della psichiatria é nell'essere una tecnica di
repressione dei comportamenti,
e non sarà certamente l'abbandono di un antiquato strumento a favore
di uno nuovo, il criterio per stabilire che ci troviamo di fronte ad un
suo reale superamento.
Oggi, il progresso della farmacologia repressiva rende del tutto inutile -
e tra l'altro
faticoso - l'uso dell'impatto e del bloccaggio fisico ed esterno contro il
soggetto
inquieto. Lo scontro violento é un approccio appariscente e
più rumoroso. É sempre
possibile che venga considerato dai familiari o dalla stampa come qualcosa
di barbaro
e di scandaloso, roba insomma da medioevo...
Ecco perché é preferibile una tecnica farmacologica,
silenziosa, praticamente incontrollabile,
diluibile. Anche più assimilabile come autopratica: é molto
più facile convincere
uno a prendersi pillole o a farsi iniezioni che a ... farsi legare ad un
letto. (Sarà interessante verificare come in qualche caso di quelli
delle cartelle cliniche
riportate, si può arrivare anche a desiderare di essere legati; si
può indurre quindi
un meccanismo autorepressivo anche con sistemi antiquati; ma ovviamente una
autocontenzione farmacologica é un traguardo molto più
semplice e socializzabile!).
La costrizione a livello fisico sul corpo é provatamente molto
dannosa perché indebolisce
i muscoli e paralizza la vitale mobilità dell'intero organismo.
É sperimentato che
molti animali muoiono se gli si impedisce di muoversi. Anche noi proviamo
grandi
sofferenze se immobilizzati. I danni della costrizione fisica sono quindi
notevoli ed
evidenti. Diciamo solo che BEN PEGGIORI SONO I DANNI CAUSATI DALLE CORRENTI
ELETTRICHE
NELLA CORTECCIA CEREBRALE, DAL COMA INSULINICO E DA MASSICCE DOSI DI
PSICOFARMACI.
Prima di dire qualcosa di più esplicito sulla natura degli
psicofarmaci, qualche riga
sulle iniezioni di insulina. Bisognerebbe fare una coraggiosa indagine in
merito
per vedere in quante case di cura é ancora usata. Perché si
inietta insulina? Perché
l'insulina é una sostanza che regola la presenza di
zucchero-glucosio nel sangue. La regolazione
del glucosio é di vitale importanza per le cellule, a cominciare
dalle cellule nervose.
Se la quantità di zucchero non é quella sufficiente e scende
sensibilmente di livello, alle cellule nervose viene a mancare
immediatamente il suo nutrimento,
PER CUI SI VA IN COMA. Ebbene, le iniezioni di insulina hanno lo scopo di
spingere
l'indomito
ricoverato in uno stato comatoso, che é a tutti gli effetti
riconosciuto scientificamente
come STATO PREMORTALE. Ovviamente ti mettono in coma e poi cercano di
tirarti fuori,
di riportarti cioè in vita dopo aver causato un forte squilibrio
nelle tue facoltà cerebrali, che lascia comunque le sue tracce come
si può notare nel caso di qualche
ricoverata del reparto 14. E non c'é alcuna assoluta garanzia che
dallo stato di
coma si possa far rientrare sempre la vittima allo stato di coscienza.
Vorremmo che almeno per un attimo fosse messa in discussione la
"ragionevolezza" di
questi camici bianchi addetti a ridare la "ragione" a quelli che
loro chiamano pazzi.
É lo stato di coma, questa soglia miracolosa dove la psichiatria
"scientifica" spinge
il "folle" per "ridurlo a ragione"? É il
prosciugare l'alimento cellulare di un cervello
uno dei ritrovati della civiltà moderna contro i comportamenti
indesiderati o "incomprensibili" ? Non stiamo di fronte ad un
sostituto scientifico del più antico
sospendere un condannato su un precipizio?
Ed è quasi incredibile che il gioco continui pur conoscendone l'alto
rischio. E tale
la "necessità" di cambiare la testa del ricoverato che il
rischio della sua morte
è messo in conto coscientemente. Si sa benissimo che il malcapitato
potrebbe morire,
ma si va avanti lo stesso. Ci si premunisce soltanto legalmente e
vigliaccamente da eventuali
"responsabilità" facendo firmare ai parenti
l'autorizzazione a questo trattamento
come a quello dell'ESK. La firma serve agli psichiatri, perché in
caso di morte si
sentono tranquilli perché la responsabilità non è loro
ma dei parenti che avevano approvato.
La qualità dell'informazione che in genere si dà in questi
casi ai parenti è bassissima
e molto sbrigativa. Più o meno si parla ai parenti così:
"Non possiamo procedere senza la vostra autorizzazione; per queste
cure ci vuole la vostra firma". Siamo
convinti che la stragrande maggioranza non sa bene cosa firma, ma, postegli
le cose
in questo modo, firma lo stesso. Se sapessero come. stanno le cose,
pochissimi firmerebbero. Resta comunque da contestare il diritto di
chiunque anche parente ad autorizzare
questo gioco con la morte di una persona umana.
Per le ragioni esposte altrove, si può comprendere come la
connivenza con la piovra
psichiatrica sia estesa. A volte, per ragioni di immagine sociale e
tranquillità
con l'ambiente circostante, gli stessi familiari sono in prima fila contro
la pazzia
.. Ad un certo punto subentra come un codice di guerra. Psichiatri e
collaboratori
sanno che "ci può scappare il morto", ma per loro si
tratta di effetti sgraditi di
una guerra giusta: meglio un cervello distrutto che un cervello anormale.
Se per l'ESK e l'insulina-coma è necessaria formalmente la firma di
qualcuno, per
la somministrazione dei neurolettici, chiamati psicofarmaci, non è
necessario alcun
controllo.
Certamente con questi la psichiatria ha raggiunto il massimo di perfezione
e di elasticità
nelle sue cure
. Cure redditizie soprattutto per il grande lucro che ci si ricava.
SULL'INVENZIONE DELLA TERAPIA DEL SONNO
ad esempio sono state costruite tante cliniche più o meno modeste,
più o meno lussuose.
E interessante soffermarsi un attimo sulla capacità che ha questa
invenzione di esercitare
fascino. Terapia del sonno. Pare proprio una cosa bella, una cosa
innocente. Un gran rimedio contro lo stress e gli affanni della vita
moderna... Ecco vedi, caro,
tu ragioni così perché sei stanco, sei oppresso dalle
preoccupazioni; hai bisogno
di dormire, di dormire tanto, di dormire tranquillo e rilassato......
Vediamo cosa è in realtà questo costrutto fantastico che ha
fatto costruire tante
"ville fiorite". LA TERAPIA DEL SONNO NON E ALTRO CHE UNA
SOMMINISTRAZIONE MASSICCIA E PROLUNGATA DI
DIVERSE QUALITÀ DI PSICOFARMACI
.
L'effetto di questa cura differisce notevolmente dagli effetti già
disastrosi di una
qualsiasi somministrazione intensiva. Qui la persona, invece di essere
semplicemente stordita
, con la lingua gonfia e le gambe tremanti, ..., dorme del tutto.
NON CE LA FA A SVEGLIARSI E DORME PER LUNGHISSIMI PERIODI.
Non entriamo nei dettagli di quello che scientificamente avviene per quanto
riguarda
lo squilibrio persistente dei ritmi circadiani che regolano l'alternanza
delle fasi
di veglia e sonno nell'uomo. Raccontiamo solo quello che sappiamo e che
abbiamo visto
di sicuro.
Il trattamento prolungato, sulla base di un intreccio qualitativo di
neuroparalizzanti,
porta ad un rapido avvelenamento cellulare. Quali sono gli effetti subito
evidenti
di questo avvelenamento? Primo: gli effetti abituali su memoria,
identità personale,
inebetimento, di cui si è già parlato a proposito della
somministrazione semplice,
vengono aumentati moltissimo con questa somministrazione massiccia ed
intrecciata
di psicofarmaci. Secondo: LE CELLULE INVECCHIANO PRECOCEMENTE E
RAPIDAMENTE.
Questo invecchiamento delle cellule è evidente ad occhio nudo:
l'andamento stesso
della persona è stanco, traballante, incerto. Ci sono ragazze di
20/25 anni che ritornano
ripetutamente ai centri di Diagnosi e Cura. Ebbene, sembra che abbiano
quarant'anni. Approssimativamente si può dire che IN SEI
MESI DI INTERNAMENTO E DI CURA INTENSIVA SI INVECCHIA DI VENT'ANNI
.
Quelli che hanno avuto occasione di visitare qualche manicomio, clinica o
corsia psichiatrica,
avranno certamente notato che molti ricoverati hanno un'aria da
imbambolati, ciondolano
da ogni parte, non mantengono un portamento retto e una andatura sicura,
hanno lo sguardo strabuzzato o completamente inebetito, manifestano una
assoluta incapacità
di attenzione ad un ragionamento pur breve sono tristi, accasciati sul
petto, smozzicano
frasi se non parole, si incontrano tra di loro ma per ignorarsi, ripetono
mille volte la stessa povera cosa o povera storia. ORA, VA DETTO A
QUELLI CHE HANNO FATTO DELLE ESPERIENZE DI VISITE COS CHE NON HANNO
VISTO COME SI COMPORTANO I PAZZI O I MALA Tl Dl MENTE MA COME SI MUOVONO E
PARLANO
DELLE PERSONE RICOVERATE E PSICHIATRIZZATE
.
Nella completa ignoranza che si ha degli effetti delle cure psichiatriche,
molti pensano:
"beh se si comportano così, sono veramente pazzi ed in fondo
è bene che siano reclusi
e curati", senza sapere che loro stanno guardando proprio i risultati
delle "cure". Da cartelle cliniche come quelle riportate, si
può dimostrare quasi matematicamente
che alle cure psichiatriche più lunghe, intensive e coercitive,
corrispondono le
persone che oggi in questo momento hanno una vita di relazione più
scarsa. Pur avendo
il cervello umano possibilità straordinarie di recupero in un
ambiente sociale libero,
oggi pur essendo questi reparti aperti già da anni, ancora si
possono vedere i `!risultati".
Si è parlato di camicia di forza in pillole a proposito degli
psicofarmaci, cioè di
una coercizione interna tramite il bloccaggio del sistema nervoso.
É chiaro che questo bloccaggio non può che comprimere la
tensione umana a relazionarsi
con le cose esterne e con altre persone.
Ora, nei manicomi, all'effetto interno va comunque sommato ancora quello
del bloccaggio
esterno. Non è che questo non conti nulla sull'esercizio delle
capacità di relazioni
sociali. E come se la capacità di relazione che è immensa
come l'orizzonte, a poco
a poco si atrofizzi. Ma anche qui è possibile supporre che vi sia
una auto riduzione
di attività relazionale per ragioni di "convenienza".
Questo è interessante perché può chiarire come un
comportamento "sconveniente" oppure
derelazionato (si dice "è ridotto allo stato vegetale")
può essere messo in atto
non solo passivamente, perché ormai si è diventati come degli
automi, ma volontariamente
nei momenti di luce che ancora provengono da funzioni cerebrali non del
tutto "neutralizzate"
dalla psichiatria coattiva.
Episodi quotidiani possono chiarire questo concetto. Giorni fa, ad esempio,
ci siamo
fatti aprire la porta di uno dei reparti chiusi che stanno qui a pochi
metri. Ebbene
lì abbiamo potuto notare comportamenti apparentemente strani che nei
reparti aperti
non si vedono più.
Qualche recluso ad esempio girava nudo. Ora uno che viene dal mondo esterno
si può
"scandalizzare"; ma la domanda da farsi è: ma a che serve
vestirsi quando si resta
tra quattro pareti tutta una vita e gli altri con cui sei
"obbligato" a vivere sono
persone ridotte a oggetti con cui non ci si "incontra" più?
Quindi non va dimenticato che la reclusione fisica dall'esterno, l'obbligo
cioè a
vivere in spazi ristretti e con le stesse persone, in una parola la
restrizione della
libertà personale di movimento, oltre alla ben nota
aggressività comporta una riduzione
netta di quelle modalità di comportamento che costituiscono il
patrimonio sociale
di riconoscimento reciproco.