L'Anticristo
Qualcuno potrebbe obiettare che è relativamente facile criticare
le teorie e le
dottrine del controllo sociale, ma che il problema vero si pone non
rispetto alla
critica della società e della conoscenza, ma rispetto ai casi
più difficili che emergono
a volte improvvisamente nell'esistenza quotidiana di moltissime persone,
famiglie, comunità.
Come ti comporti - mi si può chiedere - per esempio di fronte ad
una famiglia che
viene da te e ti dice: il nostro Giovanni è uscito pazzo, fa cose
che prima non faceva,
si vuole buttare dalla finestra, ci aggredisce, dice che lo perseguitano,
oppure
pensa di essere il primo ministro?
Si verifica il caso cioè in cui, almeno apparentemente, la
novità di un comportamento
non sembra soltanto tale rispetto ad una generalità di modo di
vivere, ma appare
tale anche rispetto agli atteggiamenti soliti della stessa persona. Insomma
sarebbe
la storia di chi ad un certo punto, come si dice, dà i numeri,
dà di testa, e per questo
sorprende gli stessi parenti, vicini di casa, compagni di scuola, amici.
C'è da dire prima di tutto, per rispondere sulla base
dell'esperienza diretta,
che l'emergenza improvvisa di una diversità in modi drammatici non
è veramente improvvisa
e drammatica. La diversità si pone drammaticamente e violentemente
all'attenzione
solo quando tentativi meno drammatici e violenti sono già stati
ripetutamente provati
e disattesi. E come l'estremo appello per trovare qualcuno che stia a
sentire, che
ascolti, che comprenda, che comunichi, che almeno provi a discutere. Devo
dire che
per lo più una comunicazione di questo tipo risulta inutile anzi
dannosa, è un appello che
viene completamente evaso rinchiudendo.
Buona parte dell'internamento psichiatrico e della legittimità
sociale dell'intervento
autoritario dello psichiatra viene giustificato sulla base di questi casi
limite.
Naturalmente in questi anni mi sono trovato di fronte a molte situazioni
del genere.
Parlerò ora di una storia accaduta a Firenze nel '66 nel mese di
novembre ai tempi
dell'alluvione.
Già allora ero conosciuto da alcuni anni come medico che pensava
che non fosse
giusto internare le persone.
Devo precisare subito all'inizio che il racconto che sto per fare non
è né la storia
di un intervento psicologico né la storia psicologica di un uomo, ma
è il tentativo
da parte mia, in questo caso riuscito, di evitare l'ingiustizia di un
internamento.
In quei giorni la città aveva un aspetto biblico. La sera del
quattro novembre
dall'alto delle colline sembrava di vedere solo corsi d'acqua, e la valle
trasformata
in un lago.
Qualche giorno dopo, verso la fine del mese mi telefona la madre di un
uomo di
quarant'anni, artigiano fiorentino. Mi dice concitatamente che suo figlio
è in uno
stato preoccupante, vive con lei e con la sorella e forse vuole ucciderle:
almeno
così dice.
Lei aveva sentito parlare di me come di uno che non interna, e
nonostante avesse
paura e fosse molto preoccupata, non voleva internare il figlio, e nemmeno
sua figlia
voleva internare il fratello. Così andai a casa di quell'uomo.
Lo trovai che girava intorno al tavolo della sala da pranzo, e mi
apparve subito
in uno stato di ansia terribile che non gli lasciava riposo. Ricordo che fu
molto
difficile cominciare a parlare e per un'ora e più si rimase in
silenzio. Quando finalmente si cominciò a comunicare mi disse di
sentirsi come un anticristo, e che tale condizione
non lo garantiva da nessuna possibile conseguenza pericolosa. Avrebbe anche
potuto
uccidere la madre e la sorella.
Io gli risposi che questa indubbiamente era una sua paura di cui
occorreva capire
alla svelta le radici. Non ho intenzione di riportare nei dettagli tutto il nostro
discorso, né servirebbe.
Affrontammo il problema del significato dell'Anticristo e dei termini in
cui lui
lo stava vivendo. Diceva che si sentiva contro il vangelo per il suo
comportamento
sessuale, e questo aspetto metteva in dubbio l'intera sua
personalità etica.
L'Anticristo può fare qualsiasi cosa, diceva.
Le acque dell'alluvione avevano distrutto il suo laboratorio artigiano,
e lo avevano
sballato completamente dal punto di vista economico. Pensava che tutto
questo per
lui e per molti altri avesse un significato superiore come nella storia
biblica di
Sodoma e Gomorra.
Discutemmo così insieme da diversi punti di vista la
problematicità dei rapporti
tra l'etica sessuale e la tradizione religiosa.
Quell'uomo non fu mai ricoverato né curato dagli psichiatri .
Superò la sua crisi esistenziale discutendone in termini reali.