La scienza
del "Mal di madre"
Nel 1968, durante il periodo di Cividale, cominciai a mettere per
iscritto alcuni
testi di documentazione poetica sulle esperienze degli internati dei
manicomi che
andavo via via visitando.
Il testo che segue, che nel 1974 sarà pubblicato insieme ad altri
nella rivista
"Psico-terapia e Scienze Umane"44, si riferisce alle celle di
segregazione con panche
lunghe quanto basta a far sdraiare 3/4 di una persona, di cui parla
Vigevani nel
suo articolo sopra riferito.
I
L'acqua salta giù dai monti
e fa girare la ruota
fa girare la ruota del mulino
la ruota
gira
gira
gira
e non sa come mai
intanto il grano diventa farina
Il vento salta giù dai monti
e porta via la farina
ma non si sa dove
ma non si sa dove.
II
Manicomio di Gemona
400 recluse
Per esempio Bernarda
aveva quattro anni
non la voleva nessuno
l'hanno chiusa qui dentro
Ora ne ha trenta
ma se vuoi puoi
ripassare fra trent'anni
allora ne avrà sessanta
e continuerà ad aspettare
in silenzio.
III
Vedendo Gemona dall'orizzonte
tra questi monti
altissimi
non si penserebbe mai
come vivono gli uomini
non si penserebbe mai
come vivono
gli uomini.
Non ti lasciare ingannare
dalla bellezza
la torre i monti la grande apertura
del cielo
Non ti lasciare ingannare
dalla bellezza
perché la verità
è un'altra.
Appena arrivato a Gorizia nell'aprile del 1969 mi furono affidati come
medico di
sezione due reparti di donne, uno di osservazione e l'altro di lungo
degenti. In
questo compito prendevo il posto di Jervis.
Nell'ospedale psichiatrico di Gorizia del 1969 i mezzi di contenzione
erano stati
aboliti, le porte erano aperte, il lavoro si svolgeva sulla base di
discussioni e
riunioni tra medici. tra medici e infermieri, tra medici infermieri e
degenti
Tuttavia l'uso degli psicofarmaci non era stato modificato: i neuroplegici
continuavano
a essere usati in grande quantità.
Il fatto singolare che voglio riferire è che l'elettroshock era
stato abolito nei
reparti degli uomini, mentre usava ancora nei reparti delle donne. Per
toglierlo
io ebbi dei contrasti con Pirella, che in quel periodo svolgeva le funzioni
di direttore
in sostituzione di Basaglia.
D'altra parte Jervis sarebbe rimasto anche in seguito convinto
dell'utilità dell'elettroshock
e della lobotomia.
La differenza di trattamento delle donne nei rispetti degli uomini non
è casuale
ma è intrinseca alla storia della medicina nella nostra
civiltà e ripropone tutti
i pregiudizi di cui abbiamo parlato finora.
Scrivono a proposito Barbara Ehrenreich e Deirdre English nel libro
"Le streghe
siamo noi" - "Il ruolo della medicina nella repressione della
donna":
"L'attenzione in questo nostro scritto è focalizzata sulle
donne e i loro rapporti
con la pratica e le credenze mediche. L'argomento però supera
l'ambito della medicina
in quanto tale e interessa anche i problemi comuni a tutte le categorie
degli oppressi. Nel periodo storico che abbiamo studiato, la scienza in
generale è stata usata
per giustificare le ingiustizie sociali imposte non soltanto dal sesso ma
anche dalle
differenze di classe. La tecnologia industriale servendosi del lavoro di
milioni
di lavoratori, ha creato la ricchezza della classe dirigente che ancora
oggi governa l'America.
Se la tecnologia ha potuto dare ricchezza e potere ad alcuni uomini,
certamente la
"scienza" ha potuto giustificare il loro potere. Così il razzismo e il sessismo si
sono allontanati dal regno del pregiudizio per passare nella luce delle
scienze "oggettive".
Gli immigrati neri ed europei sono stati descritti come congenitamente
inferiori
rispetto ai protestanti anglosassoni; si è detto che hanno un
cervello più piccolo, muscoli più sviluppati, e molti altri
caratteri sociali "ereditari". L'oppressione
razzista e quella di classe, così come l'oppressione sessuale, non
erano considerate
quindi antidemocratiche: erano semplicemente naturali.
Durante questo periodo di transizione il moralismo era ancora mescolato
alla scienza
nella ideologia della classe dominante. Gli scienziati credevano veramente
che alcuni
aspetti del carattere - come la supposta inettitudine dei neri e la
turbolenza degli immigrati irlandesi - fossero ereditari. I pubblici
ufficiali della sanità parlavano
di "Leggi sanitarie divine" e i medici si ritenevano custodi
della salute morale,
oltre che fisica, delle donne. Oggi il periodo di transizione sembra
proprio finito:
la scienza non ha più bisogno di consensi dal pulpito. Quando
formula giudizi sul quoziente
di intelligenza dei neri o sulle differenze psicologiche tra i sessi
determinate
prima della nascita, essa vuole essere soltanto "oggettiva".
L'ideologia scientifica da quando ha perduto anche le ultime vestigia del
moralismo religioso è diventata
anche più mistificante e più efficace come strumento del
potere"45.
Proprio nell'ambito dei pregiudizi sulla donna e nella convinzione della
sua inferiorità
biologica i medici e gli psichiatri hanno coniato il termine di isterismo.
Isterismo o isteria, di cui poi gli autori danno le descrizioni e le
interpretazioni
più diverse e contraddittorie, deriva nel suo significato
etimologico dal greco hysterikos
che vuol dire "proprio dell'utero".
Si trova anche scritto che l'isterismo "è epiteto
particolarmente di una malattia
a cui vanno sovente soggette le donne, volgarmente detta "Mal di
madre", perché credevasi
proveniente da vizio della matrice".
Naturalmente poi gli psichiatri, per comodità di professione,
estenderanno il concetto,
per lungo tempo usato soltanto per le donne, anche a problemi degli uomini.
Concludo così questo mio scritto con i seguenti documenti
poetici, che si riferiscono
a esperienze vissute.